Ho 37 anni, sono nato a Roma, da anni vivo a Bologna. Ho la grande fortuna di fare un lavoro che amo: insegno italiano a stranieri. Mi piace leggere, scrivere, cucinare e il gin tonic.
Un viaggio con persone che stanno imparando a conoscersi: qualcuno porta un trolley ingombrante, qualcuno dimentica il bagnoschiuma, qualcuno si fa carico anche del bagaglio dell’altro. E, come in ogni viaggio, il gruppo WhatsApp delle vacanze è davvero molto attivo.
«Ero a casa mia, con i postumi di un chems party da smaltire, prigioniero di un ragazzino di sei anni che fissava me poi spostava lo sguardo su uno dei mille angoli dell’appartamento.»
Roberto Gamberini, "Una foto così"
«Giochiamo?» «Giochiamo? E a cosa giochiamo?» «Facciamo che tu eri mio papà, che avevi fatto un incidente, e che io ero il dottore?» Se c’era una cosa che non avrei mai voluto essere, era proprio un papà. Uomo, maschio, padre. Sposati, procrea, mantieni. Lavora, dormi, vacanze. Moglie, corna, amante. No. Io no.
Roberto Gamberini, "Una foto così"