Scienziata per passione (Chimico Industriale) artista per diletto
Un momento di convivialità
«In quel momento non potevo capire cosa mi stesse succedendo, provai a sollevare le mani per portarmele al volto, erano fredde ma grondanti di sudore e intanto non riuscivo a distogliere lo sguardo da quegli occhi verdi, quasi azzurri, un po’ grigi, che mi scrutavano misteriosi. Non mi ero mai sentito così male, mai, neppure quella volta che dalla febbre alta mi vennero le convulsioni. Cosa diavolo mi stava succedendo? Fu allora che capitò la cosa peggiore. La femmina, dopo avermi guardato ancora una volta intensamente negli occhi, iniziò a cambiare in una smorfia la sua espressione e, lentamente, mi sorrise.»
Angela Garofalo, "Mutazione"
Mi si avvicina, mi sfiora una guancia, un gesto delicato che mi sembra un addio, mentre con l’altra afferra la mia mano e la richiude facendovi cadere qualcosa che al tatto mi sembra freddo. Apro il palmo della mia mano e ci trovo un minuscolo ciondolo dalla forma strana, argentato, appeso ad un piccolo gancio. “Che cos’è?” chiedo, non avevo mai visto una cosa del genere. “Un cuore.” “Il muscolo cardiaco? Che senso ha?”
Angela Garofalo, "Mutazione"
“Penso che ci siamo. Siamo arrivati al punto. Agli esseri umani manca qualcosa per andare avanti, per evolvere. Quel qualcosa che io e te possiamo sentire in un abbraccio, quel bisogno che possiamo vedere nello sguardo di chi è in difficoltà, quel desiderio che sappiamo leggere negli occhi di chi vuole qualcosa. Quel qualcosa che può farci sentire un noi, non più un io. In due, in tanti, non più da soli.” “E come si chiama questo qualcosa?” “Oggi non lo so. So però cosa siamo, io e te." “E cosa siamo, io e te?” “Siamo mutazione.”
Angela Garofalo, "Mutazione"