Beatrice é nata nel 1990 a Bologna. Dicono che abbia sempre una storia da raccontare. Compra meno libri di quanti vorrebbe leggerne. Ogni tanto scrive, soprattutto quando scoppia una pandemia. Nella vita studia come funziona il cervello degli esseri umani e preferisce quelli di piccola taglia. Adora sperimentare cose nuove senza calcolare il rischio, per questo un giorno si è lanciata con il parapendio ed un altro ha deciso di scrivere un racconto senza averne il tempo. Giura persino di essere entrata nella tana del bianconiglio senza sapere che cosa l’aspettasse. Ha una vespa bianca, 50 special, collaudata solo per i colli bolognesi – infatti una volta l’ha lasciata a piedi sulla salita di Fiesole. Sogna e combatte molto, spesso invano ma non demorde. Nel tempo libero frequenta mostre d’arte contemporanea fingendosi un’intenditrice e lo fa così bene che qualcuno ci é pure cascato.
«Era così intensamente attratto da tutta quella diversità che gli altri sembravano detestare, che non faceva altro che osservare quei paradossali comportamenti, esaminare fino al più insignificante dettaglio di quelle assurde conversazioni»
Beatrice De Maria, "Di luce e d'ombra"